Migranti, Governo sotto ricatto

di Toni Mira

“Non c’è due senza tre”, “Errare humanum est, perseverare autemdiabolicum”. Sono le due frasi che mi sono venute in mente alla notizia che il pattugliatore Cassiopea della Marina Militare si è portato nelle acque a Sud di Lampedusa con il compito di caricare a bordo migranti da trasferire in Albania. E lo avrebbe già fatto nella notte tra venerdì e sabato, imbarcando una decina di persone. Il terzo tentativo dopo i due clamorosi fallimenti di ottobre e novembre, quando i 20 richiedenti asilo portati nei centri di Shengjin e poi Gjaderfurono poi liberati dalle decisioni dei giudici del tribunale di Roma che bocciarono i trattenimenti. Ora il governo ci riprova (“perseverare”) con una nave diversa, pur se della stessa classe della Libra utilizzata nelle due precedenti operazioni, e forse con modalità diverse. Sicuramente in uno scenario diverso, con un Mediterraneo tornato affollato, con un attivismo dei trafficanti libici molto sospetto. E un Governo italiano che sbandiera successi e slogan, ma sembra sempre più sotto ricatto, come dimostra l’incredibile e imbarazzante vicenda del capo della polizia giudiziaria libica Najeem Osema Almasri arrestato su richiesta della Corte penale internazionale e immediatamente rilasciato e rimpatriato dal Governo Meloni, con tanto di volo di Stato.

I numeri, ancora una volta, ci aiutano a capire o, almeno, a imboccare la strada giusta. La premier e vari ministri (Salvini e Piantedosi in prima fila) rivendicano il netto calo di sbarchi registrato nel 2024, con 66mila immigrati arrivati, contro i 157mila dell’anno precedente.

Ma nessuno parla di quello che sta accadendo nel primo mese del 2025. Nei primi 24 giorni sono sbarcate 1.742 persone, rispetto alle 1.298 dello stesso periodo del 2024, con un aumento del 34%. Certo il tempo è stato favorevole ma non si può sempre giustificare tutto col meteo. Basta osservare che tutte le barche sono partite dalla Libia e non dalla Tunisia. Il picco di sbarchi si è avuto il 20 gennaio (494 arrivi), proprio mentre Almasri, si trovava nel carcere delle Vallette a Torino. Coincidenza? È noto che il sistema sostenuto dal Governo per contrastare i flussi irregolari prevede la collaborazione dei Paesi di partenza delle barche usate dai trafficanti di uomini, Libia e Tunisia in particolare. Mentre quelle in partenza dalle coste tunisine sono drasticamente calate, a gennaio dalla Libia i traffici sono ripresi alla grande. Molto, troppo, per essere solo un fatto meteorologico. Così non è azzardato vedere un legame tra sbarchi e arresto del violento trafficante libico. Non sarebbe la prima volta che i flussi di migranti vengono utilizzati come strumento di pressione. I precedenti del turco Erdogan e del libico (Cirenaica) Haftar ce lo hanno insegnato. Pur se mai ufficialmente. Solo manovre sotto traccia che poi esplodono coi drammatici naufragi come quelli di Cutro e Roccella Jonica.

Solo i prossimi giorni ci faranno capire meglio. Intanto sarà da capire come si posizionerà e come opererà nave Cassiopea, visto che nelle due precedenti operazioni nave Libra era incaricata di caricare i migranti provenienti dalla Tunisia, oggi quasi scomparsi. Non sarà facile seguire l’operazione, visto che le navi militari non sono tracciabili. Bisognerà solo sperare nella presenza delle imbarcazioni e dei piccoli velivoli delle Ong, che comunque di notte non riescono a “vedere”. E le due precedenti operazioni sono avvenute proprio di notte… guarda un po’… Quanto a comunicazioni ufficiali c’è poco da sperare. Oltretutto a bordo di Cassiopea, per controllare la correttezza dello screening delle persone da “deportare” in Albania (maschi, adulti, senza vulnerabilità, in buona salute e provenienti dai cosiddetti “Paesi sicuri”) ci saranno solo in funzionari dell’Unhcr e non quelli dell’Oim.

I tre mesi del progetto pilota con l’agenzia dell’Onu sono infatti scaduti il 10 gennaio e l’Oim deve ridefinire col Viminale i termini della sua presenza in queste operazioni. Un effetto dell’accelerazione che il Governo ha dato per questa terza operazione, provocatamolto probabilmente dall’aumento degli sbarchi, dalla necessità di giustificare i milioni già spesi, a favorita dalle prime crudeli mosse antimmigrati di Trump. Evidentemente spera in un esito migliore dei due precedenti tentativi. Meloni&Co. ce l’hanno messa tutta per disinnescare il percorso. Così a decidere non saranno più i magistrati della sezione immigrazionedel Tribunale di Roma, ma quelli della Corte d’appello, come prevede la nuova norma voluta dall’esecutivo ed entrata in vigore lo scorso 11 gennaio.

Deciderà in modo diverso? Intanto per rafforzare, sia numericamente che professionalmente, la Corte d’appello, vi sono stati trasferiti proprio alcuni giudici del Tribunale, gli stessi che vi erano stati inviati per rafforzarlo in vista delle procedure per i trattenimenti in Albania. Vedremo gli effetti. Così come vedremo se ci saranno nuovi sbarchi in Albania, sperando di non vedere le stesse scene dei migranti incatenati per l’operazione espulsione ordinata da Trump in Usa. Il Governo italiano pensa, e lo dice, che la nuova operazione Albania abbia un effetto deterrenza ma le due precedenti dicono il contrario, visto che mentre operava nave Libra gli sbarchi sono vertiginosamente aumentati. Sempre il Governo si attacca all’interpretazione che dà alla sentenza della Cassazione dello scorso 19 dicembre, ritenuta favorevole alla linea governativa. Certo la Corte ha riconosciuto al governo il diritto di stabilire l’elenco dei Paesi cosiddetti sicuri. Ma anche quello del giudice di valutare i singoli casi ed eventualmente disapplicare il decreto sui Paesi sicuri. Cosa che continuano a fare vari tribunali, dal Nord al Sud, anche per vicende diverse da quella albanese.

Una materia sulla quale si esprimerà la Corte europea di giustizia convocata il 25 febbraio proprio per decidere sul caso italiano. Prudenza avrebbe voluto che si attendesse la decisione prima di far ripartire le deportazioni in Albania. Ha prevalso l’urgenza di non sfigurare con gli “amici” sovranisti europei e con gli “amici” ancor più sovranisti americani Trump e Musk. Aspettiamo sorprese e forzature. L’importante per il Governo sarà solo riempire i due centri albanesi, anche per pochi giorni.

Poi se la Corte d’appello li svuoterà sarà colpa dei soliti magistrati che per l’Elon da braccio teso “devono andarsene”.