di Sara Ferrari, Deputata e Capogruppo PD in commissione di indagine sul femminicidio ed ogni forma di violenza di genere
Ennesimo spaventoso femminicidio, mentre la destra impedisce la prevenzione.
Ero in commissione istruzione alla Camera ieri pomeriggio, quando la maggioranza ha approvato un emendamento della deputata Latini della Lega, che non solo alla scuola primaria, ma anche alla secondaria di primo grado vieta “le attività didattiche e progettuali, nonché ogni altra eventuale attività aventi ad oggetto temi attinenti all’ambito della sessualità”. E’ un fatto gravissimo. Da decenni meritoriamente molte scuole italiane offrono importantissimi progetti di educazione alla sessualità ai e alle giovani entro i 14 anni, rispetto alle malattie sessualmente trasmissibili, alla prevenzione delle gravidanze precoci, al contrasto alla violenza sessuale. Se oggi si introduce il divieto di queste informazioni, spesso gestite dalle aziende sanitarie, senza neppure sostituirle con altra offerta formativa, si compie un atto gravissimo nei confronti delle giovani generazioni e del loro diritto ad ottenere informazioni corrette dai professionisti delle istituzioni pubbliche, anziché dai social e dalla realtà digitale che frequentano assiduamente. È indispensabile che la maggioranza faccia marcia indietro rispetto a questo danno, che si rischia di produrre nei confronti di giovani cittadini e cittadine, considerato anche che l’Italia è uno dei soli sette paesi europei nei quali l’educazione sessuale non è obbligatoria. Ora la destra va in direzione addirittura contraria e cancella quello che le scuole fanno da anni, su base volontaria con il contributo del servizio socio sanitario.
Nel mio ruolo di capogruppo del PD in commissione femminicidio e violenza del Parlamento posso testimoniare che, da due anni a questa parte, ci sentiamo dire unanimemente da professionisti e associazioni che incontriamo per approfondire il fenomeno della violenza maschile contro le donne, che l’educazione alla parità e alla affettiva è la chiave della prevenzione. Un misto di ipocrisia ideologica, ma anche di disinteresse e banalizzazione, rende possibile la “dissociazione” sconcertante per cui le stesse forze politiche di maggioranza, che siedono in quella commissione, possano contemporaneamente approvare nella commissione istruzione la cancellazione delle pochissime esperienze di educazione sessuale che si fanno nelle scuole medie d’Italia. Per chi come me si batte da anni per costruire strumenti di contrasto a questa terribile piaga sociale, che conta gia’ 70 vittime quest’anno, risulta non più tollerabile la propaganda di chi governa, che sembra condividere l’obiettivo ma poi si muove solo in chiave securitaria, introducendo nuove pene, che non fanno deterrenza e boccia costantemente ogni nostra proposta di formazione ed educazione. Serve invece lavorare sulla prevenzione, per una nuova cultura del rispetto della differenza e non della sopraffazione, scardinando pregiudizi, stereotipi e discriminazione di genere. Quindi in direzione opposta a quella leghista, guidata dalle associazioni provita, non certo eliminando, bensi’ rendendo strutturale quel che viene fatto oggi su base volontaria dagli istituti scolastici. Non possiamo lasciare soli i giovani ad informarsi attraverso il web, va assunta una responsabilita’ pubblica, colmando anche la distanza con gli altri paesi europei. Non lasceremo niente di intentato affinché la maggioranza torni indietro su questo passaggio folle della legge Valditara quando il provvedimento arriverà in aula!