La Camera,
premesso che,
- richiamiamo le premesse e gli impegni delle mozioni n. 1-00432 del 21 maggio scorso e n. 1-00465 del 17 luglio scorso;
- all’80ª Assemblea generale delle Nazioni Unite, appena conclusasi, la questione palestinese è tornata al centro dell’attenzione mondiale, portando all’ufficializzazione del riconoscimento dello Stato di Palestina anche da parte di Francia, Regno Unito, Canada, Australia, Portogallo, Belgio e San Marino. Ad oggi, la Palestina è riconosciuta da oltre 150 paesi dei 193 membri delle Nazioni Unite;
- come ribadito dalla stragrande maggioranza dei leader, anche europei, intervenuti all’Assemblea Onu, il riconoscimento dello Stato di Palestina non è solo un atto di giustizia storica e dall’altissimo valore politico in questo momento, ma un passo fondamentale verso la realizzazione della soluzione a due Stati, che è la chiave per una pace duratura tra israeliani e palestinesi;
- la recente Conferenza di alto livello sulla soluzione a due Stati, convocata dalla Francia e dall’Arabia Saudita durante l’Assemblea Onu, con l’assenza significativa degli Stati Uniti, ha rappresentato un momento importante per continuare a chiedere con forza un cessate il fuoco immediato, un accesso umanitario sicuro e senza restrizioni a Gaza, la liberazione senza condizioni di tutti gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas e la fine dell’occupazione e della violenza in Cisgiordania, nonché un forte impulso a rilanciare una soluzione diplomatica, perché la costruzione di una pace giusta in Medio Oriente non può essere più rinviata;
- il Governo israeliano ha recentemente approvato un ulteriore progetto di insediamento nei territori occupati palestinesi, denominato E1, che comprometterebbe la continuità territoriale della Cisgiordania, isolando Gerusalemme Est e rendendo di fatto impossibile la realizzazione di uno Stato palestinese contiguo. Vari esponenti del governo israeliano hanno rilasciato dichiarazioni favorevoli all’annessione unilaterale della Cisgiordania, misura che viola il diritto internazionale e il principio di autodeterminazione del popolo palestinese e in data 23 luglio 2025 la Knesset ha approvato una mozione che invita il governo israeliano ad applicare la sovranità israeliana sulla Cisgiordania, inclusa la Valle del Giordano, segnando un ulteriore passo politico verso l’annessione. Esprimiamo la massima indignazione per le parole del Ministro israeliano delle Finanze, Bezalel Smotrich, secondo cui “Gaza è una miniera d’oro immobiliare” e sono “già avviati i negoziati con gli Usa per la spartizione”;
- richiamiamo quanto ribadito dal Presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen, e condiviso da tutti i leader che hanno partecipato alla Conferenza, secondo cui “Hamas non avrà alcun ruolo nella governance palestinese. Consegni le sue armi all’Autorità Nazionale Palestinese. Chiediamo un cessate il fuoco immediato. Dobbiamo far arrivare gli aiuti a Gaza. Abbiamo bisogno del rilascio degli ostaggi”;
- la “Commissione internazionale indipendente delle Nazioni Unite d’inchiesta sul territorio palestinese occupato, compresa Gerusalemme Est, e Israele”, istituita nel 2021 con una risoluzione del Consiglio dei diritti umani, ha presentato lo scorso 16 settembre un rapporto, basato su indagini approfondite e analisi giuridiche delle violazioni commesse dalle autorità israeliane, in cui afferma che a Gaza è in corso un genocidio;
- dopo mesi di inazione, la Commissione europea ha presentato una proposta, pur parziale, di misure nei confronti di Israele che prevedono la sospensione di parti dell’Accordo di Associazione Ue-Israele riguardo alcune disposizioni commerciali, sanzioni personali contro i terroristi di Hamas, i ministri israeliani estremisti e i coloni violenti che agiscono in Cisgiordania;
- seguiamo con attenzione il negoziato di queste ore sull’iniziativa diplomatica degli Stati Uniti; al di là della valutazione dei singoli aspetti del piano, auspichiamo che si giunga al più presto a un accordo per porre fine alle atrocità e ai crimini commessi dal Governo israeliano a Gaza e in Cisgiordania;
- la Global Sumud Flotilla – una delle più grandi e ambiziose missioni civili mai organizzate, pacifica e non violenta, che coinvolge delegazioni di attivisti e volontari di oltre 44 Paesi, con l’obiettivo di aprire un corridoio umanitario permanente, fornendo aiuti vitali alla popolazione palestinese deliberatamente affamata dall’assedio israeliano – dopo aver subito le minacce del Governo israeliano e le accuse inaccettabili della nostra Presidente del Consiglio, essere stata oggetto di atti di pirateria internazionale su cui chiediamo che indaghi una commissione indipendente delle Nazioni Unite, è stata illegittimamente fermatain acque internazionali dall’esercito israeliano, che attua un blocco navale illegale di fronte alla Striscia di Gaza;
impegna il governo
- a riconoscere la Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967 e con Gerusalemme quale capitale condivisa, che conviva in pace, sicurezza e prosperità accanto allo Stato di Israele, con la piena assunzione del reciproco impegno a garantire ai cittadini di vivere in sicurezza al riparo da ogni violenza e da atti di terrorismo, al fine di preservare nell’ambito del rilancio del Processo di Pace la prospettiva dei “due popoli, due Stati”;
- a sostenere, in tutte le sedi internazionali e multilaterali, a partire dal negoziato che si è aperto intorno alla proposta di tregua avanzata dagli USA, ogni iniziativa volta a esigere un immediato cessate il fuoco, la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas, la protezione della popolazione civile di Gaza, la fine dell’occupazione illegale dei territori in Cisgiordania, la liberazione dei prigionieri palestinesi illegittimamente detenuti, il pieno afflusso di aiuti umanitari continui, rapidi, sicuri e senza restrizioni all’interno della Striscia, il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario;
- a sostenere in sede europea l’adozione di sanzioni nei confronti del Governo israeliano per la sistematica violazione del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario e nei confronti dei coloni responsabili delle violenze in Cisgiordania, inclusa la sospensione dell’accordo di associazione EU-Israele, per le ripetute violazioni dell’art. 2 del suddetto accordo da parte del Governo israeliano e la violazione delle fondamentali regole dello stato di diritto in atto, come denunciato dalle forze di opposizione israeliane;
- a promuovere l’embargo totale di armi da e verso Israele, e sospendere qualsiasi forma di cooperazione militare a partire dal Memorandum d’intesa tra il Governo italiano e il Governo dello Stato di Israele, inclusa la fornitura, l’acquisto e il trasferimento di armamenti e tecnologie, compresi quelli da e verso paesi terzi;
- a intraprendere tutte le azioni necessarie, in ambito nazionale e internazionale, per garantire piena protezione, il rispetto dei diritti e dell’incolumità degli attivisti della Global Sumud Flotilla; a lavorare affinché i corridoi via terra richiesti dalle organizzazioni umanitarie, come Music for peace, possano consentire agli aiuti di raggiungere Gaza in tempi certi e in piena integrità; ad attivarsi sul piano politico e diplomatico per l’apertura di un corridoio umanitario permanente che consenta il pieno afflusso di aiuti alla Striscia;
- a sostenere, in tutti i consessi europei ed internazionali, la legittimità della Corte Penale Internazionale e a dare piena attuazione ai suoi mandati di arresto, in linea con la normativa italiana di adeguamento allo Statuto di Roma e in virtù del previso obbligo di cooperazione da parte degli Stati membri.
Bonelli, Conte, Fratoianni, Schlein, Zanella, Ricciardi, Braga, Provenzano