Di Nicola Zingaretti, pubblicato su Huffington Post
Chi vuole distruggere l’Ue, come la nuova destra, ci condanna. E invece occorre unirsi e decidere insieme all’Europa, che ha tutta la forza e le risorse per farsi valere nei confronti di un’economia americana fortemente indebitata, in rallentamento e con un dollaro in difficoltà
Anche i dazi di Trump confermano una verità storica: il nazionalismo è un suicidio. Affrontare da soli questa guerra economica significherebbe andare incontro a una disfatta totale. Occorre unirsi e decidere insieme all’Europa, che ha tutta la forza e le risorse per farsi valere nei confronti di un’economia americana fortemente indebitata, in rallentamento e con un dollaro in difficoltà. Non a caso, la distruzione dell’Unione Europea è uno degli obiettivi strategici della nuova destra made in USA.
Le subalternità, i silenzi e i ritardi promossi o imposti da molti governi — tra cui, in primis, quello italiano — li abbiamo pagati cari. Emblematico, tra tutti, è stato l’aver rinunciato a testa china all’accordo sulla minimum tax al 15% per i giganti delle multinazionali. Un’altra scelta della destra, l’ennesima, contro la parte più povera della società.
Eppure l’Europa potrebbe fare molto, ma deve essere unita. Il problema è che molti governi di destra non lo vogliono davvero. In fondo, condividono l’idea di un nuovo ordine mondiale destinato a sostituire quello affermatosi dopo la Seconda guerra mondiale. Un nuovo ordine non più fondato sui diritti universali che ci proteggono, ma sulla legge del più forte. Per Trump è un’illusione, per noi italiani — lo ripeto — un suicidio.
Quando il nazionalismo ha vinto, nel nome della “protezione”, ha portato solo illusioni, povertà e guerra. Se il governo Meloni continuerà ad avallare o giustificare la strategia di Trump, si assumerà una responsabilità gravissima. E le ragioni dell’unità delle opposizioni e della costruzione di un’alternativa si caricheranno davvero di nuovi obiettivi: salvare l’Italia da un disastro produttivo e sociale immenso.
C’è un solo aspetto positivo — se così si può dire — in questa vicenda: rende evidente, anche a chi iniziava ad avere dei dubbi, che il vero problema del nostro tempo non è l’Europa, ma i nazionalismi. Nazionalismi che, tornati forti nei singoli Stati, ora vogliono distruggere il nostro scudo di pace, benessere, forza e diritti: l’Europa. Quindi adesso, con ancora più convinzione, cambiamo e rilanciamo l’Europa.