Giù le mani dalla libertà d’insegnamento

di Daniele Borioli

Potrebbe essere anche liquidata come una banale gag d’avanspettacolo estivo, non fosse che i protagonisti dell’episodio ricoprono rilevanti ruoli istituzionali.

L’ispiratrice è Augusta Montaruli, parlamentare di Fratelli d’Italia, il cui intervento pubblico più significativo e noto sulla ribalta nazionale è stato l’insistito abbaiare (proprio così, abbaiare!) all’indirizzo dell’onorevole Marco Furfaro nel corso di un talk show televisivo. Tutto sommato, non gli venne neppure male, in confronto alle altre gesta di cui si era in precedenza resa protagonista: sottosegretaria “lampo” del Governo Meloni, costretta a dimettersi dopo la condanna definitiva da parte della Cassazione, per il reato di peculato commesso ai tempi in cui ricopriva il ruolo di amministratrice regionale del Piemonte.

Un curriculum di tutto rispetto, dunque, al quale il Ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, l’esecutore, non poteva che inchinarsi deferente. Raccogliendone le sollecitazioni: prima, denunciando a “La Stampa” la “faziosità” del manuale di storia, Trame del tempo, edito da Laterza, nel quale si accenna alla relazione storica e ideologica del partito della premier con la matrice fascista, si introducono spunti critici al carattere discriminatorio che connota le politiche sull’immigrazione dell’attuale Governo e, secondo il Ministro, non si danno abbastanza spazio ed enfasi al capitolo delle Foibe.

Sul merito delle questioni sollevate dalla coppia di dilettanti censori, ci sarebbe molto da dire e argomentare. Ma è di per sé l’iniziativa ad assumere il carattere inquietante della “censura”, tanto più in quanto rivolta a un manuale scolastico adottato da moltissimi insegnanti, nell’esercizio di un principio costituzionalmente garantito, agli articoli 21 e 23: quello della libertà di insegnamento. Inquietante al punto da indurre la Società italiana per lo studio della storia contemporanea (SISSCo) a prendere ruvidamente posizione, stigmatizzando direttamente il Ministro, per una “volontà censoria e un intento fortemente intimidatorio nei confronti del manuale, dei suoi autori e dell’editore coinvolto, ma indirettamente anche agli insegnanti che intendono adottarlo”.

La reazione di SISSCo non ha certo bisogno di essere sostenuta e rafforzata da ulteriori sottolineature, alla luce del prestigio ultradecennale che la fonte può vantare, ma indica con lucidità il rischio che il disegno dell’esecutivo di affermare il primato del proprio potere, già palesemente in atto con gli attacchi all’indipendenza della Magistratura, al pluralismo e alla libertà di informazione, alla libertà di espressione e manifestazione del dissenso, colpito in diverse sue manifestazioni, rischi ora di tracimare verso architravi portanti del nostro sistema democratico, quali la piena libertà dell’insegnamento.

Forse, questa vicenda, in questi giorni di guerra e tragedie umanitarie, accompagnate dalle immagini di devastanti distruzioni e stragi di innocenti, può apparire “questione minore”. Ma non lo è. È invece l’esempio di come l’attacco ai principi e ai valori della democrazia, che assistiamo svolgersi sulla ribalta internazionale, con la virulenza e la volgarità propria del suo artefice, Donald Trump, possa insinuarsi a più modesta ma non meno insidiosa latitudine, nelle pieghe istituzionali della nostra “povera” Italia.

Anche per questo, molto bene hanno fatto i vertici dell’Istituto nazionale “Ferruccio Parri”, a reagire pubblicamente, esprimendo “viva preoccupazione per l’intervento del ministro Valditara nei confronti del manuale Trame del tempo (editore Laterza), in cui si legge una volontà censoria del tutto incompatibile con il rispetto della libertà di espressione e insegnamento garantite dalla Carta costituzionale, ed esprime solidarietà agli autori del volume e del suo editore”.

Lasciato alle spalle l’80° Anniversario della Liberazione nazionale e avviato il cammino che ci porterà all’80° Anniversario dell’entrata in vigore della nostra Costituzione, è bene non dimenticare che i fondamenti della democrazia vanno presidiati giorno dopo giorno, con un lavoro minuzioso e faticoso. Talvolta, all’apparenza, persino pignolo. Ma indispensabile per preservare il nostro futuro dalle derive che lo insidiano.